Parlando di innovazione didattica e di tecnologia a volte ci si imbatte in strani termini. Hanno a che fare spesso con l’inglese e quasi sempre nascondo attività divertenti e dall’alto valore didattico.
Tinkering è un termine inglese che vuol dire letteralmente armeggiare, adoperarsi, darsi da fare.
Nato a San Francisco presso l’Exploratorium, uno dei maggiori musei interamente dedicato alla scienza, il tinkering è una palestra per aspiranti maker che insegna a “pensare con le mani”, un metodo educativo per avvicinare bambini e ragazzi allo studio delle materie STEAM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Arte e Matematica) in modo pratico.
Con il tinkering bambini, adolescenti e, perché no, anche adulti possono accostarsi a discipline come l’arte, la scienza e la tecnologia senza l’assillo di dover memorizzare concetti teorici o di dover studiare libri interi. Conta solo la pratica.
Questo metodo incoraggia la sperimentazione, stimola l’attitudine alla risoluzione dei problemi e insegna a lavorare in gruppo e collaborare per il raggiungimento di un obiettivo comune. Nel tinkering si integrano spesso sia il coding, che la robotica educativa, attraverso l’utilizzo di materiali di recupero facilmente reperibili. Scatole, bicchieri, fogli di carta, pezzi di legno, fili metallici, vecchi motori, involucri di plastica sono solo alcuni degli ingredienti che servono per mettersi all’opera e realizzare oggetti con nuove funzioni.
Il making è invece l’attività messa in campo dai makers, ossia artigiani digitali del nuovo millennio.
La figura del maker è riconosciuta a livello globale: mani abili modellano sapientemente macchinari in grado di stampare in 3D, programmano schede elettroniche, tagliano al laser legno e altri materiali, producono oggetti utilizzando le ultime tecnologie, inventano, creano, fanno rete.
Making e tinkering ci preparano al futuro, ci permettono di divertirci, di fare piccoli lavoretti, di unire tecnologia con tantissimi altri materiali. Ci permettono di fare esperimenti in chiave altamente innovativa.
Non ci resta che provare, buona sperimentazione ma soprattutto buon divertimento!
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