Prosa e poesia di (non) autore
- [] – Ilaria Patano
- [] – Virginia Carollo
- [] – Elisa Parcesepe
- [] – Riccardo Vescovi
- [] – Angelica Zanata
per ogni giorno che siamo lontani
si cristallizza il confine di verde
parli dal retro, non riesco a sentirti
urlami contro, quasi preferisco
non ho mai imparato a stare seduta
e già che c’eri, che avevi iniziato
senza contare la mia mente esplosa
mi hai messo la vita in ordine sparso
ora ci sei, ora scompari
non preoccuparti dei pensieri macchiati
di strofinare via l’ombra di ieri
dei rimpianti noti, di quelli nascosti
o se dovessi fiorirne di nuovi
tanto io vedo solo quello che mostri
Ilaria Patano
Ti mostro i miei pensieri stropicciati. Non posso prendere decisioni di corsa, soffro d’asma. Siamo un po’ come le date palindrome: altalene tra ieri e domani. Torna indietro e rileggi, non fa differenza. Ma la differenza c’è e noi la conosciamo. Un po’ come le date segnate in piccolo nel calendario, tanto da credere che la loro illeggibilità potesse proteggermi dal pericolo dell’irrealizzazione. Ma la calligrafia timida non fa soffrire meno quando non si realizza il proposito.
Mi mostri la rassicurante illusione che le cose dureranno. Il suolo su cui poggiamo è astratto. Si sa che nei musei quei quadri li capiscono solo in pochi. E non c’è nessun critico d’arte a spiegarci il nostro pavimento. Parla piano! È un segreto.
Ci mostriamo la geografia dei rancori segnati sulla cartina, che cambiano un po’ la forma del nostro mondo. Siamo come una gomma per ogni segno a matita.
“Cancella quei mostri dal quaderno”. La maestra non sapeva che erano solo i miei tentativi di scrivere in corsivo.
Oggi invece a te lo dico, che queste paure sono solo il mio tentativo di scrivere il tuo nome in grande nelle date del mio calendario.
Virginia Carollo
Mostro una mezza luna
ma l’altra metà é solo
per chi resta alla finestra d’inverno
mentre il vento risuona.
Io questa musica la sento dentro
e vago da tanto tempo
senza una meta precisa
solo strada larga e sabbiosa
ma almeno non ti nego.
Sei accanto,
‘Sei sempre stata sul palcoscenico
sei la vita che mi fa sentire in debito’,
scrivevo.
Allora eri un laccio stretto
ma non sobbalzo più
quando per sbaglio mi chiamano Elena.
Ora questo buco dentro,
questa vertigine ancestrale
rinchiusa in un’incubatrice
per non sentire freddo,
la abbraccio spesso.
La abbraccio così tanto che quasi
le mani gelide sono il mio riconoscimento,
mentre quelle calde valgono il tempo
di una bevuta.
Non ho paura dei mostri,
solo di cani che annusano che stai morendo
oppure delle persone che appiccano incendi
sui mozziconi di vita altrui,
ma di te, mentre ti affacci su questo
mio pozzo interno,
eco e specchio,
di te che guardi una conchiglia mezzo cuore appesa ai capelli
io non ho paura.
E tu?
Potrei darti la
mia mano e vediamo
se riusciamo a chiudere una finestra d’inverno,
se mi va coperta e fuoco
invece del vento.
Elisa Parcesepe
All’improvviso il passato diventa il presente
e così cado nel vuoto
Nella conturbante irrequietezza del ritorno
mi ritrovo inerme
immobilizzato dentro al mio stesso corpo
senza però riconoscere la pelle
che definisce il superfluo dal profondo
che definisce ciò che sono da ciò che mostro
ciò che mostro, dal mio Mostro
Nell’instabilità del momento
mi sento stordito
come quando esplode una bomba
e l’acufene è l’unica cosa che riesci a sentire
a capire
Ritrovo concretizzato di fronte a me il passato
passato a salutarmi
riportandomi dov’ero
senza però ritrovarmi a quel che son stato
In bilico tra la moltitudine dei tempi verbali
mi perdo
varcando qualche teletrasporto
vivendo ciò che credevo fosse finito
Se è vero che tutto torna
fino a che punto possiamo dire di aver vissuto?
Tutto ciò che è andato si fa strada
per conglomerarsi in un’unica cosa
diventando un ammasso più o meno definito
quello che a parole
definiamo Mostro
Oggi l’ho visto finalmente
era di fronte al mio specchio
mi ha salutato e se n’è andato
l’ho salutato e me ne sono andato
Riccardo Vescovi
!!!TRIGGER WARNING!!!
Ciao, mi chiamo Gaia e ho quattro anni. Ogni sera, prima di andare a nanna, scappo dalla mia mamma perché ho paura che ci sia un mostro sotto al mio letto. La mia mamma mi fa un sacco di coccole e poi viene con me a scacciare il mostro così se ne va e io posso dormire tranquilla. Però ogni tanto scappo nel lettone con lei, ho troppa paura.
Ciao, sono Gaia e ho undici anni. Mi piace tantissimo leggere! L’altro giorno ho letto un libro che mi ha fatto paurissima: c’era questo serpente grandissimo, nel libro lo chiamano Basilisco, mi ha spaventata a morte! Sono andata dalla mamma per farmi consolare… per fortuna che quel mostro non esiste, anche se me lo sognerò per un bel po’!
Ciao, sono Gaia e finalmente ho sedici anni! L’altro giorno con la mia amica Erica siamo andate a vedere un film VM16 perché ora siamo grandi. Siamo andare a vedere un horror di nascosto dai nostri genitori, non volevano. Siamo uscite a metà film, quel clown assassino ci ha terrorizzate. Sono andata da mia mamma, mi ha sgridata ma poi mi ha ricordato che per fortuna sono al sicuro… già, però ora non voglio più che un clown mi si avvicini, mi terrorizzano.
Ciao, sono Gaia e ho ventidue anni e ho scoperto che i mostri esistono anche nella vita vera. L’altro giorno il mio ragazzo si è arrabbiato molto con me, mi ha vista in centro con le mie amiche e indossavo dei pantaloncini. La sera, quando ci siamo visti, mi ha dato un pugno e mi ha spinta giù dalle scale. Mi ha fatto tanto male e mi ha detto che avrebbe fatto di peggio se mi avesse rivista così.
Sono andata da mia mamma, come quando ero piccola, per farmi rassicurare e per chiederle di accompagnarmi dai carabinieri. I mostri esistono, ma stavolta sarò io a vincere.
Angelica Zanata